UNA DONNA PROMETTENTE – La recensione di Anna Chiara Delle Donne

Una donna, una vendetta ed il silenzio imperdonabile del mondo intorno che finge di non vedere. 

Ogni settimana, Cassandra si reca in un locale, finge di essere ubriaca, smarrita e priva di lucidità. Gli uomini che cercano di aiutarla, sistematicamente, mentono. Vogliono soltanto approfittare delle sue debolezze per abusare del suo corpo. Ma quando tutto ciò sta per accadere, la giovane donna si riaccende e consuma un’attesa vendetta. La vendetta di Cassandra è il fulcro di Una donna promettente, la pellicola rivelazione dell’anno che ha permesso ad Emerald Fennell di conquistare l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. La regista sceglie di affidare ad una sola protagonista tutta l’amarezza, la frustrazione, la rabbia, il senso di colpa dell’essere donna. E cosa significa essere una donna nella pellicola di Fennell? Significa che quando camminerai per strada ci sarà qualcuno che ti fischierà dietro, che farà commenti sul tuo aspetto. E quando ti verrà fatto qualcosa di brutto, molto brutto, ci saranno persone che non ti crederanno, altre che ti diranno che è colpa tua, altre che resteranno in silenzio e ti lasceranno perdere all’interno del tuo destino. Cassandra è arrabbiata, delusa, amareggiata per un mondo che è rimasto a guardare l’atteggiamento, sempre più devastante, con cui si trattano le donne, il modo in cui lo stupro è sminuito e accantonato come se fosse una bravata di una notte da coprire e perdonare. Ma perché una donna promettente, con un futuro tutto da scrivere e vivere, decide di dedicare la sua vita a plasmare una vendetta senza fine? Perché Cassandra è ferma agli anni dell’Università, quando la sua migliore amica Nina è stata violentata da un gruppo di studenti. La vita di Nina si è fermata così come si è interrotta la vita di Cassandra, in una sola notte. Mentre quella di tutti gli altri continua ad andare avanti come se nulla fosse mai accaduto. E Cassie proprio non ci sta a guardare il mondo che sceglie di girare senza preoccuparsi di ogni azione arrecata. In un vortice di volti, nomi, vite che sembrano proseguire senza colpe e rimorsi, Cassie analizza e costruisce la sua personale giustizia, dove chi ha sbagliato deve inevitabilmente pagare. Ma la sete di giustizia ha un prezzo doloroso, inarrestabile, sorprendente. 

Carey Mulligan affida a Cassandra il suo volto, la sua voce, il suo corpo per raccontare un’eroina senza tempo. Una guerriera imperfetta, sbagliata, colorata e sorprendentemente umana. La sua voce è la voce di tutte le altre. Il suo dolore assorbe, pian piano, anche il nostro. La Mulligan è impeccabile in un ruolo che sembra essere stato costruito soltanto per lei. La narrazione di Una donna promettente è colorata, intrinseca di colori pastello che, in ogni inquadratura, portano luce e sorpresa. Ogni colore: dalle unghie colorate, ai capelli, fino alla stanza di Cassie sembrano volutamente fare da contrasto al buio delle coscienze umane dei personaggi che ruotano intorno alla storia. Emerald Fennell, in una regia impeccabile che pone uno sguardo limpido e tagliente sulla cultura dello stupro, sceglie di raccontare il realismo e la sofferenza dilagante di una donna. Lo fa non lasciando nulla al caso, non dimenticando nessuna parola e nessuna azione. Il suo è un canto di dolore e forza, coraggio e sorpresa, divertimento e amarezza. Una donna promettente è un thriller spiazzante, una commedia brillante ed inaspettata. Ma più di tutto: è un manifesto sociale da inchiodare sulle pareti delle nostre stanze. 

Anna Chiara Delle Donne
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