Odissea in quarantena

L’odore dei pop-corn, il velluto delle poltroncine, il volume a volte troppo alto durante i trailer, “aspetta che accendo la torcia se no non leggo il posto”, le corse in bagno all’intervallo con la paura di tornare a film già iniziato, le risate collettive, il fruscio dei fazzoletti durante un film drammatico e pure il chiacchiericcio fastidioso dei meno interessati. Tutto ciò mi manca come l’aria. A dire il vero la quarantena per noi cinefili non è stata poi neanche così male, ammettiamolo. Abbiamo trovato finalmente il tempo di accorciare quella lunghissima lista di film da vedere (tanto lo so che non siete riusciti a guardarli tutti comunque); abbiamo passato le giornate sul divano a mangiare schifezze mentre De Niro diceva: “You talkin’ to me?” e magari ripetevamo pure le sue parole ad alta voce, come a sottolinearne la bellezza. E lo so che vi siete rinchiusi in camera da letto con le tapparelle abbassate, sotto il piumone e con le luci spente a cercare un horror che fosse in grado di spaventarvi e so anche di per certo che una volta finito avete pensato: “Mah sì… niente di che”, perché ormai siete così assuefatti da jumpscares e musiche di tensione che se vedeste Pennywise in carne ed ossa, gli ridereste in faccia.

Già vi immagino alle 21 di un giovedì sera, davanti a uno schermo nero con una N rossa che vi illumina il viso mentre pensate: ”Ora mi guardo un film e poi vado a letto presto” e poi, così, tutto d’un tratto sono già le 23 e voi siete ancora indecisi tra quel cult che dovete assolutamente recuperare e una nuova serie tv, mettendoci dentro magari anche quel documentario che vi avevano consigliato, o quella commedia romantica di cui leggete sempre le citazioni su Instagram. Alla fine sappiamo benissimo, sia io che voi, che riguarderete per l’ennesima volta quel film che tanto vi piace, di cui conoscete a memoria le battute e che in qualche modo riesce sempre a rendervi felici. Io so che avete fatto tutto questo e ben altro. Avete sorriso con un pizzico di sadismo in corpo mentre Mr. Blonde ballava sulle note di Stuck in the middle with you, avete esultato quando Tommy ha tirato un pugno in faccia a uno dei membri dell’equipaggio che non voleva aprire quel maledetto ancello in terza classe, avete pianto quando avete sentito il dialogo:

-“C’è stato un suicidio”
-“Chi è la vittima?”
-”Io”.

Avete ballato quando è finita la guerra, avete mangiato cioccolato a tutto spiano mentre Charlie entrava nell’ascensore di cristallo, avete pensato alla persona che vi piace durante il bacio sotto la pioggia di Noah ed Allie, avete urlato a Danny di scappare e di non guardarsi indietro, avete sorriso
in mezzo a un mare di lacrime alle parole: “Primi! Si ritorna a casa col carrarmato. Abbiamo vinto!”, vi è venuto un nodo in gola per colpa di un banalissimo pallone da pallavolo di nome Wilson, avete riso a crepapelle perché lupo ululà castello ululì, avete desiderato che la quarantena finisse presto quando avete visto Sharon Stone con le gambe accavallate e la vostra partner era lontana… Avete sognato e siete diventati folli sulle note di City of Stars e avete pure rivisto quel cartone Disney che vi è sempre piaciuto e siete fieri di ricordare ancora a memoria tutte le canzoni.

Siamo stati lontani, ma in fondo eravamo tutti vicini.

Abbiamo condiviso la passione per una delle arti più belle del mondo, un’arte che non smetterà mai di farci emozionare e di farci sentire parte di qualcosa. Ricordiamoci di questa sensazione quando quest’estate saremo davanti a uno schermo enorme, al buio, con la mano già mezza unta in mezzo a dei pop-corn e sentiremo un rullo di tamburi in sottofondo o vedremo il mondo con una scritta gigante ruotare davanti a noi, in attesa di vedere qualcosa che, nel bene o nel male, ci arricchirà.

Andrà tutto bene, perché ricordiamoci sempre che, dopotutto, domani è un altro giorno.

Giuditta Bergamasco

19 anni, una grande passione per il cinema. Amo i thriller psicologici, i film romantici, quelli comici e anche i drammatici. Frequento Scienze dei beni culturali alla Statale di Milano, sto studiando per rendere questa mia passione un lavoro, perchè fin da bambina i film mi hanno insegnato che i sogni son desideri e realizzarli non è mai impossibile.

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