AD ASTRA

Ad Astra. 

Di nuovo, come sempre, ci troviamo davanti a un Brad Pitt straordinario che questa volta ci porta in un viaggio nello spazio alla ricerca del padre, il tutto condito con domande esistenziali e la ricerca del suo essere più profondo. Ad Astra è un film senza dubbio introspettivo, caratterizzato da monologhi intensi e inquadrature da pelle d’oca. Si entra in sala con la paura di vedere una copia brutta di Gravity o Interstellar e invece, fortunatamente, ci si accorge che Ad Astra è un film che parla principalmente dell’uomo, ponendo il suo Focus sul suo rapporto con pianeti estranei al nostro.  Sebbene il film sia pieno di spunti riflessivi, vi si trova anche un’enorme pecca: il ritmo del racconto.

Sì perché purtroppo Ad Astra è un film ben pensato, forse fin troppo, in cui si perde il filo logico degli eventi a causa di un ritmo troppo lento che solo i più appassionati di cinema e di interpretazioni introspettive possono apprezzare. Insomma, un film che non è affatto per tutti, ma che potrebbe regalare agli appassionati del genere qualche spunto di riflessione sul quale parlare per ore, con tanto di scenari e inquadrature che innegabilmente incantano l’occhio umano.  Un po’ di errori anche dal punto di vista scientifico, ma quello ormai si sa, dipende tutto dai gusti del regista e dall’interpretazione che vuole dare al film. Consigliato sicuramente a tutti coloro che hanno voglia di porsi domande e indagare l’animo umano, oppure consigliato comunque a qualsiasi persona che abbia voglia di rivedere sul grande schermo un Brad Pitt magico e sublime. 

Giuditta Bergamasco

19 anni, una grande passione per il cinema. Amo i thriller psicologici, i film romantici, quelli comici e anche i drammatici. Frequento Scienze dei beni culturali alla Statale di Milano, sto studiando per rendere questa mia passione un lavoro, perchè fin da bambina i film mi hanno insegnato che i sogni son desideri e realizzarli non è mai impossibile.

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