Non è vero ma ci credo
La commedia di esordio del regista Stefano Anselmi racconta la vicenda di due amici storici, ideatori di progetti fallimentari, che, minacciati dalle rispettive mogli di divorzio, decidono di aprire un ristorante vegetariano. Con l’aiuto di una serie di personaggi stereotipati ed esasperati (la procace spogliarellista bionda, il cuoco napoletano sfrattato dalla moglie, l’animalista indomita) scopriamo che il tentativo di ingannare il famoso critico Michel The Best, implacabile stroncatore e accanito sostenitore della carne, non solo va in porto ma consente ai due amici, Nunzio e Paolo, di salvare i rispettivi matrimoni. Per la serie “tutto è bene quel che finisce bene”.
Due aspetti meritano di essere valorizzati.
Il personaggio più riuscito – e meglio interpretato – è il critico culinario (interpretato da Maurizio Lombardi) che nasconde sotto le spoglie fredde e cupe un animo ribelle pugliese. Pur trattandosi in un certo senso di una caricatura del critico Ego (del film d’animazione Ratatouille)riesce comunque a strappare qualche risata. E’ interessante inoltre che il punto di vista del racconto sia quello di chi, alla fine del film, riesce a dissipare i malumori e a riunire tutti i personaggi in un’aura di buonismo: il vitellino chiamato, non a caso, Salvatore.
Altro elemento da segnalare è la regia che appare pulita e rispettosa del copione.
Tuttavia non convincono la mancanza di ritmo, l’umorismo inefficace di tante battute, una recitazione sopra le righe ed una storia che lascia alcuni dubbi. La sceneggiatura è stata scritta da Nunzio e Paolo, nella vita coppia rodata di autori e conduttori; forse per questo i due appaiono “estranei” alle tecniche di scrittura tanto da rimanerne schiacciati.
Si sa, scrivere una buona commedia è difficile, non basta essere comici o fare ridere. Ci vuole tecnica. Tanta.
