Men In Black International

Freschi dall’ultimo capitolo della “Saga dell’infinito”, Chris Hemsworth e Tessa Thompson tornano a fare squadra in uno dei franchise fantascientifici più amati di sempre, dimostrando una discreta alchimia in un film che purtroppo soffre di una sceneggiatura davvero spicciola. Riuscire a raggiungere i livelli della trilogia principale (con i suoi alti e bassi, ovviamente) era sicuramente la sfida principale per il team che ha dovuto mettere insieme il quarto progetto MIB, il sommarsi però di alcuni problemi di pre produzione causati dalla riscrittura quasi totale della sceneggiatura e le numerose spaccature tra il regista e il produttore, non hanno di certo aiutato a dare vita ad un’opera strutturata come si deve.
MIB international racconta la storia di Molly, una giovane ragazza Newyorkese con il sogno di entrare a far parte dei “Men In Black”. Dopo vari tentativi, riesce a fare colpo sull’organizzazione ma si troverà ben presto immischiata in una missione più grande di lei.

I nuovi Agente H e Agente M, insieme, funzionano fin da subito, grazie ad una collaborazione precedente che ha già dimostrato una presa abbastanza solida sul pubblico. Il lato “comico”, per quanto caratterizzato da battute poco riuscite, riesce a strappare qualche risata al pubblico più giovane. I personaggi però non sono sviluppati a pieno, in particolare quello di Hemsworth, reso forse un po’ troppo “stupido” per essere un MIB da diversi anni. Come anche nei film precedenti, le spalle comiche aliene funzionano perfettamente, in questo film “Pedino” è infatti perfettamente in linea e funziona alla grande. Il ritmo è purtroppo molto altalenante: i primi minuti di film funzionano abbastanza bene ma poco dopo iniziano a venir fuori dei tagli decisamente brutali che smorzano l’entusiasmo. Un reclutamente davvero troppo rapido per poi passare subito all’azione, anch’essa troppo “pompata” di sci-fi e poco action ed un finale che dura 5 minuti d’orologio. Il risultato è un film decisamente molto annacquato, dalla scrittura sommaria, spesso scontata a cui manca qualcuno di veramente carismatico su cui fare leva, come Will Smith negli anni 90. Purtroppo il progetto MIB soffre di una produzione troppo testarda e in parte codarda, che ha deciso di andare sul sicuro sfruttando una “coppia già testata” dai compagni di merende ( i riferimento al mondo Marvel sono chiari), ma che fallisce perché non dimostra di avere una sua identità. Lo stesso regista ha più volte manifestato il suo disappunto e visto il risultato forse non aveva tutti i torti.


Cine Show

25 anni di passione verso il cinema mi hanno fatto diventare un'instancabile sognatore. Amante del genere Thriller e fantascientifico.

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