JOJO RABBIT

La storia insegna e i film aiutano a non dimenticare, ma in questo particolare caso Taika Waititi ci mostra la guerra attraverso gli occhi di un bambino, un po’ seguendo la commedia cupa di Benigni del 1997 con La Vita è Bella, capolavoro senza tempo della storia del cinema. 

Il grande schermo è impregnato di tenerezza e sofferenza, il tutto condito con battute divertenti che, non troppo velatamente, prendono in giro il movimento nazista riducendolo in polvere attraverso l’ironia. 

Ancora una volta il cinema diventa un’arma di distruzione che arriva dritta al cuore e lo fa cadere in pezzi. Ebbene sì, è un’arma, di quelle più potenti perché, sebbene in modo scherzoso, Jojo Rabbit fa vivere la confusione di un bambino a cui avevano dipinto la guerra come la cosa più bella a cui partecipare e invece si rende conto che di bello nella guerra non c’è proprio nulla. Questo film è un’arma perché contiene una crudeltà amara, quella vera della Germania nazista, quella crudeltà che vediamo nella scena delle scarpe (e qua non dico altro per non entrare nello spoiler) o anche che sentiamo nella frase: “-Cos’hanno fatto mamma? -Tutto quello che potevano”, una freccia dritta al cuore che non ha bisogno di sentimentalismi forzati o colonne sonore da brividi, ma che contiene di per sè, in modo molto realistico, tutta la distruzione dell’essere umano avvenuto in quegli anni. 

Geniale e necessaria è la chiave comica di tutto il film, con l’espressività di Waititi che rende il tutto più completo, una fotografia piena di colori e una colonna sonora che parla di amore ma che fa anche ballare. 

Un film bello, pulito e commovente. Jojo Rabbit dovrebbe essere visto da tutti, per non dimenticare, ma anche per ricordarci che dovremmo tutti ballare un po’ più spesso. 

Giuditta Bergamasco

19 anni, una grande passione per il cinema. Amo i thriller psicologici, i film romantici, quelli comici e anche i drammatici. Frequento Scienze dei beni culturali alla Statale di Milano, sto studiando per rendere questa mia passione un lavoro, perchè fin da bambina i film mi hanno insegnato che i sogni son desideri e realizzarli non è mai impossibile.

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