TOLO TOLO

Dopo 4 anni dal suo ultimo successo, torna nelle sale il Re della commedia italia e sfida il botteghino (e anche se stesso) portando al cinema una commedia seria ma che non tradisce il personaggio di Checco Zalone. Puglia. Il giovane Checco è un inguaribile sognatore che vuole avviare la sua attività e vivere solo di quello. Una scelta imprenditoriale decisamente azzardata e l’imminente fallimento portano il nostro protagonista a fuggire lontano dalla sua terra: in Africa. L’Italia ama Zalone. Ama il personaggio che incarna tutti gli stereotipi dell’italiano medio, che parla di pancia, per sentito dire. I suoi film fino ad ora non erano così distanti da quel pensiero: si è parlato di Nord e Sud, di raccomandazioni, di politica e persino di posto fisso. Per quanto TOLO TOLO sembri a prima vista lontano dalle tematiche della penisola, gli argomenti che tratta non lo sono. Luca Medici è riuscito a mantenere uno Zalone tridimensionale, capace di essere se stesso (e ciò che rappresenta) anche al di fuori dei soliti schemi ma soprattutto in grado di far ridere. L’unica cosa che cambia è che affonda ancora di più il coltello nella “piaga”, mettendo in scena un lato ancora più becero e decisamente più satirico dell’italiano. Si parla molto della difficoltà di Zalone nel parlare dell’argomento migranti, ma a mio parere non vuole farlo (e oserei dire che non è tenuto a farlo, anzi sarebbe sciocco. Zalone DEVE rappresentare l’italiano di conseguenza non può e non deve schierarsi.) ma preferisce mettere in scena il modo in cui noi la vediamo, o per meglio dire come Zalone la vede. È su questa base che il film prende vita e si articola per quanto gli è possibile. Se da un lato infatti troviamo uno Zalone più difficile da digerire a causa di una comicità tagliente ma che funziona e fa ridere, dall’altra parte la sceneggiatura di Virzì non affascina e funziona decisamente poco visto il suo potenziale.  Se l’inizio sembra essere ottimo, più si va avanti più il film sembra non avere una spina dorsale, concludendo il tutto con una canzone che detto fuori dai denti vorrei dimenticare.  Anche i tempi comici ne risentono parecchio di questa struttura ed alcune perle, seppur molto sottili e meno memorabili, si perdono nella vicenda sconclusionata. È lodevole l’intento e personalmente l’ho apprezzato parecchio, il risultato complessivo però non rispecchia le aspettative e sicuramente deluderà moltissimi fan.

Cine Show

25 anni di passione verso il cinema mi hanno fatto diventare un'instancabile sognatore. Amante del genere Thriller e fantascientifico.

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