GREEN BOOK

“Le hanno detto che mi serviva un autista? Beh… non è proprio così semplice”. Niente di più vero, Green Book infatti non è la storia di un autista e il suo capo, ma di un’amicizia che va oltre agli stereotipi di qualsiasi natura.  Seppure ambientato negli anni ‘60 è ancora del tutto attuale il tema centrale di Green Book che ci insegna il rispetto per gli altri e combatte contro il razzismo e l’omofobia, utilizzando una colonna sonora incantevole e battute sarcastiche che regalano sorrisi a tutti gli spettatori.

Ma perché proprio questo titolo? Che cos’è il Green Book? La risposta ci viene spiegata fin dall’inizio del viaggio; il Green Book è una guida turistica per uomini e donne di colore che racchiude tutti gli indirizzi di alberghi e motel in cui possono sostare.  Con la leggerezza della forma, ma la profondità dei contenuti, il film non può che far rabbrividire il pubblico davanti alle ingiustizie subite dagli afroamericani nel corso della storia.  Un po’ come per The Help, anche Green Book tocca il cuore di tutti senza troppi sentimentalismi, si limita a mostrare la realtà nuda e cruda della società americana negli anni ‘60 inserendo anche le differenze culturali della società tra nord e sud; più si scende e più il Green Book segna solo motel di scarsa qualità paragonabili a topaie.  Perché disegnare il personaggio di Don Shirley come un pianista ricchissimo e molto colto (oltre che particolarmente virtuoso)? Non importa chi ti troverai davanti, potrebbe anche essere la persona più intelligente e pacata del mondo, ma se ragioni secondo gli stereotipi ne usciranno solo odio e violenza. Perché, invece, Tony Lip è descritto come un rozzo e ignorante Italo americano al quale le lezioni di educazione e dizione sembrano non essere mai abbastanza? Utilizzando questo personaggio salta ancora di più agli occhi come le persone preferiscano rivolgersi a Tony, ignorante, prepotente e violento, piuttosto che a Don, solo ed esclusivamente per paura del colore della pelle di quest’ultimo.  Green Book non solo è un film brillante, che quasi per osmosi fa assorbire al pubblico il proprio significato, ma è anche ricco di riprese cinematografiche degne di nota. Colori saturi per le città del Nord, colonna sonora che ogni amante della musica saprà apprezzare, fotografia ineccepibile e dialoghi toccanti ma mai scontati o stucchevoli. Con le sue cinque candidature agli Oscar per miglior montaggio, miglior sceneggiatura originale, miglior attore non protagonista, miglior attore e miglior film, Green Book dimostra di essere un film profondo, ma raccontato con una leggerezza alla portata di tutti.

Giuditta Bergamasco

19 anni, una grande passione per il cinema. Amo i thriller psicologici, i film romantici, quelli comici e anche i drammatici. Frequento Scienze dei beni culturali alla Statale di Milano, sto studiando per rendere questa mia passione un lavoro, perchè fin da bambina i film mi hanno insegnato che i sogni son desideri e realizzarli non è mai impossibile.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: