EDISON – l’uomo che illuminò il mondo

A due anni dalla presentazione al Toronto Film Festival, il biopic sulla più avvincente “guerra” tecnologica arriva sugli schermi italiani. L’ultima fatica del regista Alfonso Gomez-Rejon, dopo l’anteprima del 2017 in terra canadese, rischiava seriamente di non vedere più la luce del proiettore. Il biopic che racconta la storia dei conflitti tra Edison, Westinghouse e Tesla per la “paternità” dell’elettricità rimase, infatti, all’ombra dello scandalo Weinstein degli abusi sessuali che ha colpito proprio in quella stagione il mondo di Hollywood. Fortunatamente Edison – L’uomo che illuminò il mondo è riuscito a trovare una nuova casa di distribuzione internazionale in grado di portare sugli schermi di tutto il mondo una storia avvincente e non troppo nota. Al tramonto dell’Ottocento, il mondo intero sta per essere illuminato da una luce completamente nuova.

Le invenzioni di Thomas Alva Edison (Benedict Cumbertbatch) sono pronte a portare elettricità in ogni angolo degli Stati Uniti grazie a tecnologie sofisticate e senza pari. Una nuova pedina, tuttavia, studia le giuste mosse per prendere parte all’attento gioco di tensioni e piccole battaglie rappresentato dalle prime innovazioni rese possibili dall’utilizzo della lampadina. L’imprenditore George Westinghouse (Michael Shannon) intravede, infatti, una possibilità di investimento nell’utilizzo della corrente alternata a differenza di quella continua scelta da Edison perché, a suo dire, più sicura. E’ l’inizio di una vera e propria guerra che coinvolgerà sia il lato pubblico che personale delle vite dei due rivali e che non risparmierà tattiche meno trasparenti. Un certo Nikola Tesla (Nicholas Hoult), tuttavia, potrebbe trasformare un epilogo già scritto. L’inventore della lampadina è universalmente riconosciuto nella brillante persona di Edison. L’universo dell’intrattenimento, intrecciandosi con l’immaginario comune, ha sempre proposto un ritratto di grande prestigio per l’inventore statunitense. La sua personalità e le implicazioni personali legate alla sua invenzione più celebre, tuttavia, sono ben più complesse dei mille tentativi falliti per trovare il giusto materiale per il filamento per la lampadina a incandescenza. Il film di Gomez-Rejon potrebbe mettere in discussione tutte le precedenti convinzioni, svolgendo un semplice e pur sempre soddisfacente esercizio guidato. Questa pellicola, tuttavia, sceglie di sperimentare altre idee nell’immenso laboratorio del genere bio-pic. Edison – L’uomo che illuminò il mondo è un racconto che si avventura brillantemente tra luci e ombre di alcune delle personalità più intriganti della storia della scienza. Cumberbatch, Shannon e Hoult rappresentano le scelte vincenti di una narrazione che alterna tesissimi confronti tra i loro protagonisti e sequenze più raccolte ed intime che esplorano gli angoli meno illuminati delle diverse personalità. Nicholas Hoult, in particolare, nonostante nella parte finale ceda a piccoli vezzi nella rappresentazione stereotipata di Tesla come scienziato in bilico tra genialità e follia, regge in modo ottimo il confronto con l’ingombrante precedente del personaggio sul grande schermo, la prova attoriale di David Bowie in The Prestige di Christopher Nolan. Degna di nota anche le interpretazioni delle mogli dei due principali antagonisti: grazie al loro sguardo, per niente banale, il pubblico riesce ad avere una prospettiva privilegiata e scevra di encomi sulla vita dei protagonisti.

La bravura dell’intero cast permette di creare sin dal principio, in una storia che si rivelerà essere circolare, un legame con lo spettatore. Dopo un disorientamento iniziale dovuto all’insistente e superfluo impiego di steadicam, è semplice infatti entrare in sintonia con le diverse voci che possono contare su un’ottima fotografia che gioca brillantemente con il tema del film e su una colonna sonora in grado di dettare i ritmi di una storia in grado di trovare il giusto fascino eternamente moderno. A fare luce su ogni più cupo sospetto nei confronti di questa produzione, infine, vi è una sceneggiatura che, guadagnandosi gradualmente spazi e tempi, riesce a suggerire interessanti riflessioni, illuminando un film che sceglie di prendere una strada diversa dalla più canonica del genere biografico. Fino a dove si estendono le responsabilità – e i loro risvolti più sinistri – di un’invenzione? Come può essere quantificato un contributo nel nome di un ipotetico progresso? Ma, soprattutto, qual è, superando invenzioni, brevetti o semplici promesse, la vera eredità di un uomo comune? Il film pone questi dinamici quesiti e, pur non proponendo sempre una risposta, trova l’interruttore per accendere la folgorante curiosità dello spettatore.

Federica Gaspari

Cresciuta sulle rive del Lago Maggiore, dal ’95 scandisce il tempo con film, serie tv e libri. Nel tempo libero studia ingegneria ma, ad oggi, non è ancora riuscita a scoprire i segreti del flusso canalizzatore di Doc. Tra un passatempo e l’altro riesce ad assillare chiunque con teorie su Inception e ossessioni per registi e attori.

Post collegati

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: