Tomb Raider

Nel corso degli anni abbiamo imparato che non è affatto un’impresa facile riproporre in modo soddisfacente l’esperienza videoludica al cinema.

Mentre i cinecomics hanno trovato una loro dimensione, macinando record d’incasso e conquistando il favore della critica (con qualche eccezione), i cinegames faticano a trovare un compromesso soddisfacente tra la materia d’origine e il linguaggio cinematografico, finendo sempre per scontentare sia fan che neofiti con prodotti superficiali e sopra le righe.

La nuova Lara Croft quindi ha una missione difficilissima, vincere i pregiudizi di diciassette anni di esperimenti falliti – dai disastrosi Tomb Raider con Angelina Jolie fino al deludente Assassin’s Creed con Michael Fassbender – e riconquistare la fiducia di tanti spettatori disillusi. E incredibilmente ci riesce.

Tomb Raider viaggia in equilibrio (precario) tra vecchio e nuovo, tra dramma e commedia, attingendo a piene mani dal videogioco, ma sempre scegliendo solo ciò che più funziona sullo schermo. Sebbene il film sia una rielaborazione dell’ultima incarnazione videoludica dell’eroina, i fan di lunga data apprezzeranno il ritorno dei puzzle, i riferimenti a Indiana Jones e personaggi di gran lunga più carismatici di quelli apparsi nella serie reboot, sostenuti da interpretazioni magistrali.

La Lara Croft di Alicia Vikander spicca su tutti: intelligente, testarda, indomabile, viene maltrattata dal film in mille modi e si rialza con fierezza ad ogni colpo, tratteggiando un’eroina dalla volontà di ferro, ma fallibile e ancora in divenire. Il suo rapporto con il padre è la spina dorsale dell’intreccio e regala una profondità inedita a quello che è principalmente un buon film d’avventura.

Il comparto visivo è discreto, la CGI è ormai una presenza inevitabile, ma non risulta mai stonata o prevalente. Visto sullo schermo IMAX di 300 m2 del cinema Happy di Afragola è possibile godere al meglio del taglio videoludico di alcune scene, che risultano particolarmente coinvolgenti e immersive, e il colossale impianto audio della sala esalta la forza espressiva degli effetti sonori, su cui il film gioca molto.

Il film naturalmente non è perfetto, ma al netto di alcune forzature è una trasposizione fedele e soprattutto godibile di un’avventura semplice, ma con del carattere, nobilitata da un cast di tutto rispetto.

In poche parole, Tomb Raider funziona, soddisfa le (poche) aspettative e ce ne regala di nuove, offrendo un barlume di speranza ad un genere che sembrava non averne più.

Valentina Buggè

24 anni, disegnatrice compulsiva, negli ultimi anni la mia passione per il fumetto e l'animazione si è estesa al cinema in tutte le sue forme. Laureata in architettura, il mio sogno nel cassetto è specializzarmi in scenografia. Nel frattempo, divido le mie giornate (e quando serve le nottate) tra plastici, film e manuali di cinema email : [email protected]

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