Stronger

Jeff Bauman è un ragazzo normale. Il classico ragazzo della porta accanto. Un giorno, per caso, quando decide di provare a riconquistare la sua ex fidanzata aspettandola al traguardo della maratona di Boston, quella del 15 aprile 2013, succede l’inimmaginabile. 

La tragedia.

Esplodono due ordigni e Jeff si ritrova tra le vittime: gli vengono amputate entrambe le gambe sopra il ginocchio, ma, poco dopo aver ripreso conoscenza in ospedale, il suo aiuto è fondamentale per identificare uno degli attentatori. Tuttavia, la sua battaglia personale è soltanto all’inizio. Improvvisamente la sua vita viene stravolta. La sua e, inevitabilmente, quella dei suoi cari. Inizia, così, per Jeff un percorso, non solo riabilitativo, ma soprattutto interiore. Un cammino che lo porterà a dover crescere, a superare il dolore, le difficoltà dell’adattamento post-amputazione, lo stress post- traumatico, la depressione.

Dovrà trovare in se stesso, nell’instancabile supporto di Erin, la fidanzata, e nella sua caotica famiglia la forza per reagire.

Lo spettatore, catturato da un intenso e bravissimo Jake Gyllenhaal nei panni del protagonista, si affeziona sinceramente alle dinamiche personali e familiari di un ragazzo comune, che viene travolto dall’esposizione mediatica: da un giorno all’altro, intervistato, seguito dai giornalisti, trascinato a cerimonie e a eventi sportivi.

Diventerà un simbolo, suo malgrado. 

Ma un simbolo di cosa? 

Simbolo di una tragedia, quando una foto, scattata qualche istante dopo l’attentato, che lo ritrae mentre viene soccorso, fa il giro del mondo. 

Ma non solo.

Jeff non riesce a spiegarsi tutte queste attenzioni. 

Si interroga sul motivo per cui si merita di essere chiamato eroe. 

Si può essere eroi per il solo fatto di essere stato vittima di un incidente?

Il quesito intorno a cui ruota tutto il film è proprio questo: è necessario compiere qualcosa di eroico o è sufficiente essere di ispirazione per gli altri? Saper far comprendere loro che possono trovare dentro di sé la forza per fare tutto quello che non avrebbero mai pensato di fare?

È questo che comprende Jeff: può non essere nessuno, ma può essere determinante nella vita di molti. 

Quella di Stronger è la vera storia di Jeff Bauman, tratta dal memoir best-seller del New York Times scritto da Jeff Bauman stesso. 

È un racconto emozionante, diretto, ricco di umanità, che non eccede mai nella ostentazione della sofferenza.

La storia, appunto, di un ragazzo qualunque che diventa l’incarnazione vivente della “forza di Boston”.

Ed è la storia del viaggio dentro di sé, che lo porta a prendere coscienza di essere un simbolo di resilienza. 

E che per esserlo non è necessario rinunciare all’umanità. 

Basta saper ascoltare l’altro. 

E se stessi.

Roberta Rutigliano

Galeotto fu il Giffoni Film Festival nel lontano 2003.
Da quel momento il cinema è entrato prepotentemente nella mia vita e non l’ha lasciata più, come solo le passioni, quelle viscerali, sanno fare.
Adoro guardare le serie tv in compagnia di Amélie,  la mia piccola Jack Russell Terrier.
In tasca una Laurea in Giurisprudenza e un master in Comunicazione e Marketing del Cinema, ma tanti sogni ancora da realizzare.

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