Spider Man: Un nuovo universo

Pensavate di aver visto fin troppi Spider-Man al cinema negli ultimi anni? Allora preparatevi a una vera e propria invasione di uomini (e donne) ragno, nell’ultimo film scritto dai geni dietro The Lego Movie e 21 Jump Street, Phil Lord e Christopher Miller.

In una New York protetta da Spider-Man (alias Peter Parker), per la prima volta evitiamo di concentrarci sul celeberrimo supereroe e seguiamo invece Miles Morales, un normalissimo adolescente di Brooklyn che passa il suo tempo ascoltando rap e sgattaiolando da scuola per disegnare graffiti sui muri, e che proprio durante una delle sue scorribande viene morso da un ragno radioattivo, acquisendo i poteri allo stesso modo di Peter Parker.

Possono quindi esistere due Spider-man nello stesso universo… E perché non sei allora?

Uno dietro l’altro fanno la loro comparsa ben quattro alter ego del supereroe, Spider-Gwen, Spider-Noir, la piccola Peni Parker e persino Spider-Ham, una versione del personaggio che sembra uscita da un corto dei Looney Toones. Causa di questa anomalia è un piano architettato da Kingpin, il signore del crimine di New York, che attraverso un acceleratore di particelle ha aperto una breccia nel multiverso, facendo collidere più realtà all’interno della città.

Riuscirà Miles a raccogliere l’eredità del suo mentore, salvando New York e rispedendo gli altri Spider-Man nei rispettivi universi?

L’avventura di Miles è a tutti gli effetti una storia di origini, che però ribalta completamente il concetto di unicità del supereroe, andando invece a dimostrare che non è importante chi ci sia dietro quella maschera, purché abbracci i valori e le responsabilità che essa rappresenta. Infatti ognuno dei personaggi, pur avendo in comune le qualità tipiche di un supereroe, è completamente diverso dagli altri grazie a una personalità spiccata e a un character design efficace e molto riconoscibile.

La compresenza di così tanti Spider-Man nelle scene di azione dà vita a delle sequenze davvero incredibili, coloratissime e spettacolari, in cui ognuno dei personaggi ha modo di mettere in mostra le sue peculiarità, che sia l’agilità da ballerina di Gwen o una delle armi cartoonesche di Spider-Ham.

Un altro elemento di originalità è la scelta di un disegno fumettistico, con tanto di baloon e onomatopee, che si mescola alla perfezione con l’estetica underground e l’animazione in 3D.

A tutto questo si aggiunge l’umorismo folle e immediato di Loyd e Miller, che contribuisce a rendere il film scorrevole e a tratti davvero esilarante …e a proposito, non perdetevi la scena dopo i titoli di coda, una delle più geniali mai viste in un cinecomic!

Valentina Buggè

24 anni, disegnatrice compulsiva, negli ultimi anni la mia passione per il fumetto e l'animazione si è estesa al cinema in tutte le sue forme. Laureata in architettura, il mio sogno nel cassetto è specializzarmi in scenografia. Nel frattempo, divido le mie giornate (e quando serve le nottate) tra plastici, film e manuali di cinema email : [email protected]

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