Sei ancora qui

E’ il 2020, Chicago non è più quella di una volta. Un evento catastrofico, causato da una potente onda d’urto, sprigionata a seguito di un esperimento scientifico top secret, la riduce a quella che sarà definita come la “zona interdetta”. Parliamo di qualcosa come la nuova “Ground Zero”, termini che ci riportano alla memoria altri disastrosi eventi che hanno cambiato le sorti di intere popolazioni, e talvolta dell’umanità. La conseguenza diretta di tale sciagura, è un fenomeno alquanto singolare: le anime dei defunti colpiti dalla tragedia, saranno visibili a coloro i quali sono sopravvissuti. Li chiameranno “redivivi” e non sono altro che una sorta di apparizione degli spettri intrappolati temporalmente in un loop che li vede attori delle stesse azioni che svolgevano quotidianamente da vivi. Ronnie Calder, interpretata dalla brava e sensuale Bella Thorne, si troverà, per esempio, a fare colazione con la proiezione spirituale di suo padre che legge il giornale mentre beve il suo caffè. Se da un lato l’immagine di chi ci ha amato diventa rassicurante alla vista o al solo pensiero, dall’altro non ci libererà mai del tutto da loro, rendendo l’elaborazione della perdita più difficile che mai. Che possa essere bello o meno per noi tutto questo, loro invece non hanno scelta.

I redivivi non hanno uno scopo, se non quello di apparire ogni giorno, ciclicamente come degli ologrammi di persone che sono state amate e ricordate dai propri cari.

Il film è tratto da una young-adult novel dal titolo Break My Heart 1000 Times, scritta nel 2012, anni in cui era semplice ed efficace creare trasposizioni cinematografiche, come Hunger Games e Maze Runner, dal facile impatto su un pubblico giovane e non.

Oggi risulta molto più difficile, a meno che il concept e l’idea di base non siano di sicuro appeal, e non basta certo una storiella qualunque da raccontare.

In “Sei ancora qui”, almeno da questo punto di vista troviamo qualcosa di interessante; il film assume da subito i contorni di un thriller dai tratti non facilmente distinguibili, e questa è una nota positiva.

Ronnie qualche giorno prima del suo compleanno comincia ad essere perseguitata da un giovane redivivo in modo puntuale ed ossessivo, al punto da avvertirlo come una minaccia per la propria vita. Decide dunque di indagare, e di affidarsi ad amici e personaggi più illuminati, per cercare di capire chi, o cos’è questo individuo, e perché si è palesato nella sua vita con così tanta irruenza.

L’ indagine si sviluppa in maniera intelligente, non lineare, diramandosi su sub-plot di natura scientifica e romantica, in cui Bella Thorne, con il suo look dark e la sua  personalità di ferro, accentra su di sé la cinepresa, che non fatica a valorizzarne le qualità di brava attrice, calatasi perfettamente nella sua parte.

Seppur con una sceneggiatura convincente, che intrattiene e appassiona, nel film si fa sentire forte l’assenza di momenti in cui la regia avrebbe potuto compiere qualche sforzo in più nell’ enfatizzare i momenti più intensi, lasciando il posto a un appiattimento forse troppo pesante, anche nei dialoghi, dove non si preme mai fino in fondo l’acceleratore.

Aiuta invece l’intervento di una buona fotografia, che punta su colori freddi e tonalità generalmente cupe, a sottolineare una sensazione di vuoto e desolazione, sia del paesaggio esterno, che interiore dei personaggi stessi.

“Sei ancora qui” è un film a cui non mancano i contenuti né la capacità di intrattenere, ma probabilmente non lascerà il segno nella memoria dei cinefili più incalliti, anche se,  sono sicuro che avrà il giusto spazio nella memoria di chi ama porsi delle domande, e a chi non si arrende all’ ineluttabilità del destino.

Franz Guglielmo Severino

Mi chiamo Franz Guglielmo Severino, lavoro nel campo della grafica da diversi anni.
Vivo a Lugo (Ravenna) con un cane di nome Clay. Che amo. La mia più grande passione, unitamente al cinema (constatabile con una collezione di film in Blu Ray/4K di tutto rispetto) sono i videogiochi.
I miei registi preferiti sono Tarantino, Nolan, Shymalan, Spielberg, Fincher, e da qui dovrebbero essere anche implicitamente chiari i generi che prediligo :-)

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