L’Angelo del male

“Cosa succederebbe se un alieno venuto dallo spazio con poteri sovrumani diventasse il cattivo numero uno del pianeta?” Questa è la domanda su cui “L’angelo del male – Brightburn” si sviluppa, andando contro a quello che è l’immaginario comune del supereroe, paladino della giustizia e salvatore della terra. Il personaggio da cui prende spunto è chiaramente l’eroe più iconico e riconosciuto: Superman. La storia infatti inizia proprio con l’arrivo di una navicella spaziale nella piccola cittadina di Brightburn (chiaro riferimento a Smallville), poco distante dalla fattoria dove vive la famiglia Breyer. All’interno di essa c’è un bambino, accudito e cresciuto dai suoi nuovi genitori come qualsiasi altro, all’età di 12 anni però, qualcosa inizia a cambiare: un richiamo alieno proveniente dalla stalla a pochi passi dall’abitazione lo pervade e lo possiede, mutando totalmente la sua personalità.

Un po’ l’uomo d’acciaio e un po’ alien, “l’angelo del male” si presentava con tutte le carte in regola per dimostrarsi un ottimo horror dalla trama totalmente innovativa, che offre molti spunti per sviluppi futuri ma che a tratti si dimostra debole e lacunoso. I personaggi che vengono portati sullo schermo sono abbastanza caratterizzati da rendere coerente le scelte messe in pratica durante il film, quello che manca è un filo logico portante, un struttura solida da porre alla base dell’intera vicenda. Sicuramente l’impegno di Mike e Brian Gunn, sfruttando tutta la loro vena artistica basata su anni e anni di film di serie B e sfruttando un fratello dalle doti decisamente superiori, è tangibile ma l’idea di base non è stata sfruttata a pieno. Rimane comunque interessante il concetto che come per i supereroi “per esserlo non serve avere un costume”, anche per essere cattivi si può esserlo e basta, ma manca comunque un riflessione che non porti “l’essere malvagio” ad una cattiveria fine a se stessa. Alla produzione troviamo un James Gunn che osa e che si fa sentire tra le righe: alcuni scambi di battute tra i personaggi trasmettono quell’ironia tipica dei “guardiani della galassia” che ti fa sorridere ma che allo stesso tempo un po’ ti confonde perché devia totalmente dal taglio serrato che hanno la trama e gli eventi. Sono lodevoli alcune scelte registiche soprattutto legate alla parte finale, ma generalmente manca quella verve che tiene alta la tensione e che ti fa rimanere attaccato alla poltrona. Ottimo lavoro per gli attori che comunque hanno dimostrato le loro capacità facendo delle eccellenti interpretazioni. In generale è un horror molto basilare, dalla trama interessante ma con una struttura debole. E’ un film da vedere con amici e che comunque può avere risvolti futuri ma che dimostra anche come il genere horror possa venir applicato ad un mondo che non gli appartiene come quello dei cinecomic ma con i dovuti investimenti.

Cine Show

25 anni di passione verso il cinema mi hanno fatto diventare un'instancabile sognatore. Amante del genere Thriller e fantascientifico.

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