Chesil Beach

Siamo nel 1962. Lei, Florence, è una giovane e ambiziosa violinista, ricca e di buona famiglia, ribelle e provocatrice nei confronti delle idee politiche familiari. Lui, Edward, è un ragazzo dolce, di povere origini, timido aspirante storico laureato con il massimo dei voti. I due si incontrano per caso ad una riunione, si corteggiano e si sposano, ma la loro storia s’infrange ancor prima di essere consumata. 

Tutto avviene in appena due ore, in un hotel vicino alla celebre spiaggia di ciottoli di Chesil Beach. 

Nella camera degli sposi la tensione è palpabile, la cena deludente viene accantonata dal primo tentativo rapporto che però si rivela decisamente disastroso.

Qui emerge la differenza fra i due giovani: Edward ama Florence, la desidera, la stima e, seppure goffo ed inesperto, desidera “onorarla col proprio corpo”. Florence ha un terrore malato nei confronti della sessualità, frutto di una censura eccessiva e di una scarsa informazione tipiche del tempo. E incapace di esprimere il suo amore attraverso l’atto fisico, si spinge a proporre un’unione aperta a tradimenti. 

Il fallimento crea una crepa profonda fra i due personaggi rendendoli coscienti delle diverse aspettative proiettate sull’unione matrimoniale.

Attraverso numerosi flash back la pellicola di Cooke ripercorre le tappe della storia d’amore tra questi due giovani. Uno spaccato intimo e anche sociale che restituisce l’imbarazzo, il pudore e l’atmosfera carica di “non detto” che i due protagonisti vivono.

Verbalmente generosi di dichiarazioni, i due sono lontani anni luce dalla passione travolgente, dal grande amore. Difatti, davanti al primo ostacolo ciò che prevale è l’umiliazione, la rabbia e la vergogna.

L’unico momento realmente coinvolgente arriva troppo tardi, alla fine, quando vediamo i due protagonisti quarant’anni dopo e dopo aver preso due strade completamente differenti, incontrarsi nuovamente e rendersi conto, con dolore, che almeno nelle parole, sono rimasti legati. 

Nel complesso però il film rimane in superficie, non si addentra nelle ragioni di una sessualità inibita così profondamente né nella fragilità di un matrimonio fra due personaggi impreparati alla vita di coppia. 

Annamaria Pesaresi

Riminese di nascita, romana di adozione, dopo la laurea in Giurisprudenza ho viaggiato e scoperto la passione per la scrittura. A Settembre mi sono diplomata in Sceneggiatura presso la Roma Film Academy di Cinecittà. email : [email protected]

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: