Shark: il primo squalo

Shark, il primo squalo.

Se qualche mese fa siete rimasti impressionati dalle avventure all’ultimo sospiro di Jurassic World, preparatevi a ritornare nelle sale per vedere Shark, il primo squalo.  Un film che riesce a unire effetti speciali di alto livello a un messaggio di fondo che incide sull’etica, sensibilizzando lo spettatore ma allo stesso tempo facendolo divertire.  Jason Statham ritorna sul grande schermo insieme alle sue azioni quasi impossibili, questa volta in compagnia di uno squalo preistorico; il megalodonte è una creatura creduta estinta che può variare la sua lunghezza dai 20 ai 30 metri, cosa fareste trovandovelo poco lontano dai vostri piedi mentre state facendo un tranquillo bagno estivo?  Di sicuro questo film ci fa provare perfettamente sentimenti come la paura e l’angoscia, conditi con un bel po’ di imprese spericolate per gli amanti dei film d’azione.

Lo squalo preistorico viene riportato in vita, almeno sullo schermo, e oltre a spaventarci con le sue enormi fauci porta con sè un messaggio di fondo sul quale si basa tutto il film. L’uomo nel corso della storia, soprattutto con lo sviluppo delle ricerche scientifiche e non solo, ha devastato la natura, cercando quasi di fare da padrone e rendendola succube dei nostri cambiamenti, lo stesso con gli animali, rendendoli prede per il nostro comfort, è giunto il momento che la natura si ribelli all’uomo. Così accade con il megalodonte, che si comporta come Madre Natura gli ha insegnato e diventa un pericolo da dover fermare a tutti i costi.  Il messaggio del film è forte e arriva chiaramente, ma non è l’unica cosa a renderlo molto apprezzabile; le scene ambientate sul fondale marino sono a dir poco realistiche, con luci soffuse, colori tetri e una fotografia che farebbe invidia a un documentario. L’assenza di sangue è un elemento che non si aspettava nemmeno Statham, l’attore protagonista, che si è trovato a vedere per la prima volta il film con un gran numero di scene tagliate a causa del troppo sangue, rimanendo stupito e confuso.

Ebbene questo fenomeno accadde anche per Jurassic World-il Regno Distrutto per gli stessi motivi: la casa di produzione ha chiesto che venissero eliminate molte scene sanguinolente per poter evitare di porre un divieto di visione al cinema in modo da attirare anche molti adolescenti o bambini senza traumatizzarli per le scene troppo violente. Se in Jurassic World questo elemento ha portato a qualche punto in meno per il film, in Shark-il primo squalo non è stato quasi per niente notato.  Ma sicuramente i colpi di scena e le curiosità non sono finite; avreste mai detto che le musiche di questo film derivano da una conchiglia? Il compositore Harry Gregson-William afferma di aver trovato l’ispirazione per tutte le musiche portandosi all’orecchio una conchiglia e concentrandosi sul suono, creandone uno antico che rievocasse in qualche modo un sentimento di terrore per il mondo sottomarino a noi ignoto e il risultato è perfettamente riuscito.  Se invece siete malinconici e speravate di andare al cinema per trovare un sostituto de “Lo Squalo” del 1975 di Spielberg non siete stati del tutto delusi. Nonostante le enormi differenze tra i due film, i produttori hanno deciso di inserire qualche elemento che facesse da riferimento a una pietra miliare del cinema, il cagnolino Pippin ne è una prova evidente dato che porta il nome di un quadrupede che nel film di Spielberg viene presumibilmente mangiato dal cacciatore marino, a voi trovare li altri. Insomma, molti elementi a disposizione per passare una tranquilla, ma non troppo, serata al cinema con tutta la famiglia.

Giuditta Bergamasco

19 anni, una grande passione per il cinema. Amo i thriller psicologici, i film romantici, quelli comici e anche i drammatici. Frequento Scienze dei beni culturali alla Statale di Milano, sto studiando per rendere questa mia passione un lavoro, perchè fin da bambina i film mi hanno insegnato che i sogni son desideri e realizzarli non è mai impossibile.

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