JOKER

Era l’ormai lontano 2008 quando Heath Ledger incantava il pubblico con la più grande interpretazione del Joker ne “il Cavaliere Oscuro”; così carismatico e così potente da meritare l’oscar come miglior attore non protagonista. Postumo. Da quel momento in poi sembrava impossibile riuscire a superare un traguardo del genere. La notizia di un film dedicato alle origini “dell’artista dell’omicidio” ha acceso la curiosità di tutti i fan ma ha anche alimentato il dubbio per una possibile interpretazione fallimentare. Beh, togliete ogni singolo dubbio dalla vostra testa, siamo di fronte ad un’interpretazione da oscar.Gotham, 1981. La città è invasa dalla spazzatura e i ratti rompono i sacchetti dell’immondizia per mangiare gli scarti; Arthur Fletch è un aspirante cabarettista che purtroppo, dato il suo scarsissimo successo, è costretto a lavorare in una agenzia di pagliacci che sponsorizzano le attività locali.

Vive ancora insieme alla madre, ormai anziana. Frequenta abitualmente la psicologa messa a disposizione dal governo della città, anche questo con scarsissimi risultati. Arthur è un uomo solo, incapace di vivere in quell’organismo malato che Gotham rappresenta. Per la sua mente tutto questo sembra illogico, lo fa sentire sbagliato. La sua stessa malattia lo fa sentire sbagliato. Tutto questo però non lo ferma dal provare ad essere qualcuno, dal cercare di coronare il suo sogno. Qui il castello di carte crolla ed ogni speranza si spegne, ma come spesso accade, da queste ceneri ne nasce una nuova.  “Ah murray, un piccolo favore: quando mi farai entrare, mi annuncieresti come “Joker”?” Il regista Todd Phillips confeziona quella che molti, come me, definiscono una “tragedia moderna”. La narrazione si sviluppa e si evolve attorno al personaggio di Arthur e narra il suo cammino di distruzione e di rinascita, mostrandone tutti gli effetti. La regia lineare, distaccata e lo stile grottesco fungono però solamente da palcoscenico per quella che personalmente ritengo una delle interpretazioni migliori del Joker. Joaquin Phoenix raccoglie il testimone di Ledger e lo fa suo, regalando al pubblico un personaggio dissacrante, fuori da ogni logica dei tanto acclamati “cinecomic”. Arthur sprigiona una carica emotiva in ogni suo movimento: dal semplice allacciarsi le scarpe, mostrando un fisico debole e devastato, ad un ballo improvvisato in un bagno pubblico nel cuore della notte. Ammetto che non sono riuscito a rimanere indifferente di fronte alla risata interpretata da Phoenix: terrificante e allo stesso tempo commovente, in grado di lasciare una sensazione estrema di impotenza e angoscia. E’ incredibile come una cosa così semplice possa diventare così emotiva. E su questa risata il personaggio si evolve, muta a seguito di ogni evento facendola diventare sempre più liberatoria e genuina fino al culmine degli eventi, dove la trasformazione è ormai compiuta. Il punto più alto della sua espressività arriva infatti sul finale, qui però mi fermo. Joker è in fin dei conti un film potente, emotivamente toccante e coinvolgente. Phoenix è un mostro di bravura e si conferma come uno dei migliori attori degli ultimi anni; Todd Phillips sorprende per la capacità di scrivere un ottimo soggetto e per essere stato capace di lasciare lo spazio giusto all’interpretazione. Non ho paura ad ammetterlo: Joker è diventato uno dei miei film preferiti di sempre.

Cine Show

25 anni di passione verso il cinema mi hanno fatto diventare un'instancabile sognatore. Amante del genere Thriller e fantascientifico.

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